F.A.Q. QUANDO RIVOLGERSI ALLO PSICOTERAPEUTA? Le motivazioni che possono spingere una persona a rivolgersi ad uno specialista sono varie e sono spesso legate a momenti di difficoltà e/o sofferenza emotiva che caratterizzano le varie fasi della vita e spesso sono legate a quei sintomi che compaiono, con prepotenza, nella sua vita e che ne provocano sofferenza e disagio. Così, ansia, paure, fobie, depressione, difficoltà relazionali e più in generale traumi e nuclei inespressi, costringono le persone a rinunciare a vivere in modo sereno la propria vita e pertanto un sostegno di tipo psicologico teso ad approfondire le ragioni più profonde del proprio malessere diviene momento fondamentale per uscire dall’“impasse”. Queste sintomatologie vanno “in primis” comprese dallo psicologo in un clima di apertura, professionalità, fiducia ed empatia: egli segue una precisa metodologia che corrisponde ad un orientamento clinico, che gli permette di accompagnare la persona in un percorso di crescita e di aiutarla a scoprire le sue risorse interiori, a partire innanzitutto dalla consapevolezza circa gli stati e i bisogni emotivi evocati dalle situazioni frustranti e paralizzanti. Qual’ è la differenza tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra. Lo Psicologo è un professionista che a seguito del conseguimento della Laurea Magistrale ed il superamento dell’esame di stato consegue l’abilitazione all’esercizio della professione. L’iscrizione al Consiglio dell’Ordine è condizione necessaria per poter esercitare la libera professione. Lo Psicoterapeuta è un professionista che ha come titolo specialistico la formazione in psicoterapia conseguita presso una scuola quadriennale di specializzazione in psicoterapia certificata dal MIUR ed è iscritto nell’apposito albo professionale con annotazione nell’elenco degli Psicoterapeuti ex art. 3 Legge 56/89 presso il Consiglio del’Ordine di riferimento. Lo Psichiatra invece è un medico, successivamente specializzatosi in psichiatria e che si occupa delle patologie psichiche prevalentemente con un approccio medico e, qualora lo ritenga necessario, prescrive una terapia farmacologica. Solo dopo avere frequentato una scuola di psicoterapia di durata quadriennale, lo stesso psichiatra diventa anche psicoterapeuta. La psicoterapia dell’età evolutiva. Nell’ ambito della psicologia e psicopatologia dello sviluppo, il terapeuta utilizza metodi e strategie che promuovono innanzitutto il coinvolgimento del minore al fine di riuscire a raggiungere il miglior esito possibile e risolvere precocemente dinamiche e conflitti interiori, che se trascurati possono cronicizzarsi e diventare dei nuclei sui quali, nel tempo, possono strutturarsi delle patologie più complesse, come somatizzazioni, difficoltà relazionali e scolastiche, disturbi dell’adattamento ecc... Il trattamento spesso può coinvolgere le figure genitoriali, e talvolta anche gli insegnanti e tutte le persone che interagiscono con il bambino, comprendendo, se necessario, la collaborazione con eventuali altre figure professionali, come ad esempio il neuropsichiatra infantile, oppure il logopedista o neuropsicomotricista se sono in comorbidità altri disturbi, come ad esempio disturbi del linguaggio o problemi comportamentali. Lo psicologo struttura l’intervento con il bambino grazie al gioco che diventa il suo principale strumento di lavoro con lui: attraverso il gioco, ma anche grazie al disegno, le storie, le metafore e la pittura egli riesce a sintonizzarsi e a comunicare con il mondo interiore del bambino, riuscendo a sciogliere quei nodi che bloccano il sereno dispiegarsi di quella fase evolutiva. I benefici di un percorso terapeutico di questo tipo si esplicitano nei bambini sia in un diverso modo di percepire gli eventi situazionali e di interagire in modo attivo con essi grazie all’acquisizione di competenze motivazionali e capacità di problem solving, dall’altra si facilita nei genitori l’interiorizzazione di strategie comportamentali più appropriate nella relazione con i figli.